Quando il cuore della Calabria batte per la sanità: il corteo di Polistena
Il 4 di maggio, il cielo sopra Polistena sembrava tessere nubi di solidarietà mentre una marea di persone, unendo le loro voci in un unico coro, marcava il passo sul selciato delle vie cittadine. Un lunghissimo corteo che, avanzando come un fiume in piena, ha fatto risuonare l’eco di un appello accorato: Sanità chiama.
Una comunità unita per un diritto universale
All’appello del sindaco Michele Tripodi, non sono stati solo i cittadini di Polistena a rispondere. Da ogni angolo della regione, sindaci, insegnanti, studenti e personale sanitario si sono stretti in un abbraccio colossale, pervasi dallo stesso spirito di lotta per il diritto inalienabile alla salute. La presenza massiccia di amministratori locali, da Melicucco a Serrata, è stata la testimonianza tangibile di un’unità che sovrasta antichi campanilismi e divisioni.
Il nodo della sanità calabrese
La causa del contendere è grave quanto chiara: gli investimenti necessari a sottrarre l’ospedale di Polistena a un destino ingiusto di depotenziamento, se non chiusura. Voci autorevoli si sono levate durante il corteo, tra cui quella del primario Vincenzo Amodeo, sottolineando l’urgenza di interventi nelle unità di ematologia, oncologia ed emodinamica, vitali per la comunità.
Le parole che uniscono
Da Palmi, il sindaco Giuseppe Ranuccio ha portato la sua solidarietà, riaffermando un principio fondamentale: la vita dei cittadini non può essere appannaggio di una geografia sanitaria che lascia intere aree in penombra. La sua presenza e le sue parole hanno ribadito che la battaglia di Polistena è la battaglia di tutti i calabresi per un sistema sanitario equo e funzionale.
Nel cuore del corteo: fiducia e speranza
Il primario Amodeo, dal palco, ha toccato le corde dell’empatia e della speranza, ricordando i successi raggiunti grazie a una sinergia che ha visto medici, personale e cittadini remare nella stessa direzione. Ma ha anche avvertito: i nuovi ospedali non devono diventare vuoti contenitori, quando strutture come quella di Polistena possiedono già preziose risorse.
Le voci critiche e il cammino da percorrere
Nonostante il largo consenso, voci critiche si sono elevate, con alcuni che parlano di “fallimento” e chiedono un impegno istituzionale più chiaro e concreto. Francesco Pisano, capogruppo di Polistena Futura, mette in guardia dalla tentazione di affidarsi a promesse vacue e speculazioni politiche, chiamando i sindaci all’azione concreta e allontanati dalle “passerelle”.
Un futuro di salute per la Calabria: l’affermazione di Polistena
La manifestazione di Polistena non è stata solo una marcia per le strade della città, ma un simbolo potente di una comunità che sceglie di stare in prima linea nella difesa del diritto alla salute. Di fronte alla sfida della sanità calabrese, l’esempio di Polistena emerge come un faro di speranza e un richiamo all’azione collettiva.
Nel tessuto sociale e civile della Calabria, quel lungo corteo di maggio sarà ricordato non solo come un momento di protesta, ma come un’affermazione di valori condivisi, un primo passo verso un futuro in cui la salute non sarà più un diritto negato o compromesso. La storia di Polistena, a questo punto, diventa una narrazione aperta, una traccia da seguire per costruire insieme quel domani di benessere e equità che tutti i calabresi meritano.