Allenamento ⁤della​ memoria per rallentare l’Alzheimer: i geriatri ‍Sigot spiegano come funziona la riserva cognitiva

Una risposta alla minaccia delle demenze

Le demenze rappresentano una emergenza con un impatto significativo sulla vita delle persone coinvolte e sui sistemi sanitari di tutto il mondo. La buona notizia è che la prevenzione di queste malattie è possibile e può essere implementata attraverso una serie di interventi che coinvolgono vari aspetti della vita quotidiana.

La prevenzione dell’Alzheimer e in generale le precauzioni che mirano a ritardare il deterioramento mentale richiedono un approccio olistico. Questo approccio tiene in considerazione situazioni di rischio e fattori protettivi che possono influenzare o meno lo sviluppo di queste patologie nel corso della vita, seguendo i dettami dell’epigenetica. Uno degli elementi chiave di questa strategia è la stimolazione cognitiva.

La stimolazione cognitiva come pilastro

La stimolazione cognitiva può essere ottenuta attraverso diverse attività di allenamento della memoria e delle funzioni cognitive. Questo tipo di intervento è particolarmente importante per mantenere attiva la mente e favorire il mantenimento delle funzioni cognitive nel tempo.

Gli esercizi cognitivi e la partecipazione ad attività mentali sfidanti possono stimolare la plasticità cerebrale e creare una “riserva cognitiva” che aiuta a rallentare l’insorgenza dei sintomi dell’Alzheimer. Parliamo di attività come risolvere puzzle, leggere libri complessi, imparare una nuova lingua, o suonare uno strumento musicale.

Il ruolo della socializzazione

La socializzazione è un altro elemento fondamentale nella prevenzione delle demenze, in quanto favorisce il mantenimento delle relazioni sociali e la partecipazione attiva alla vita della comunità. La partecipazione a incontri, attività di gruppo e iniziative sociali può aiutare a contrastare l’isolamento e a promuovere il benessere emotivo e cognitivo delle persone in età avanzata.

Ricercatori hanno osservato che le persone con connessioni sociali forti tendono ad avere una minore incidenza di demenza. Gli scambi sociali stimolano la mente e offrono un supporto emotivo vitale che può ridurre i livelli di stress e depressione, fattori conosciuti per essere legati all’insorgenza di demenze.

L’importanza dell’attività fisica

Anche l’attività fisica svolge un ruolo chiave nella prevenzione delle demenze. Favorisce il mantenimento della salute cardiovascolare e del benessere generale dell’organismo. L’esercizio regolare può contribuire a ridurre il rischio di patologie vascolari e metaboliche che sono spesso associate all’insorgenza di demenze.

Inoltre, può anche aiutare a migliorare le funzioni cognitive e a ridurre lo stress e l’ansia. È consigliabile un programma di attività fisica che includa esercizi aerobici, di forza, flessibilità ed equilibrio.

Una dieta equilibrata per il cervello

Una dieta adeguata rappresenta un altro pilastro importante nella prevenzione delle demenze, secondo i principi dell’invecchiamento attivo o “healthy aging”. Indagini come il Finger Study hanno dimostrato che una dieta equilibrata e ricca di nutrienti può avere un impatto significativo sulla salute cognitiva e sul mantenimento delle funzioni cerebrali nel corso degli anni.

Alimenti ricchi di antiossidanti, acidi grassi omega-3, vitamine e minerali sono essenziali per mantenere il cervello sano. Le diete come quella mediterranea, che enfatizza frutta, verdura, pesce e olio d’oliva, sono particolarmente benefiche.

Cause del declino cognitivo

“Il declino cognitivo – spiega Luca Cipriani, direttore geriatria ASL Roma 1, vicepresidente Sigot – può dipendere dalla genetica, dall’ambiente in cui viviamo e dallo stile di vita”. La letteratura scientifica sull’Alzheimer identifica dodici fattori di rischio modificabili: istruzione inadeguata, ipertensione, deficit uditivo, fumo, obesità, depressione, inattività fisica, diabete, scarso contatto sociale, lesioni cerebrali traumatiche, abuso di alcol, inquinamento atmosferico. Il rischio potenzialmente modificabile è del 40 per cento.

Azioni specifiche per la prevenzione

Le azioni specifiche che si possono prendere a scopo preventivo includono il mantenimento della pressione sanguigna sistolica al di sotto di 130 millimetri di mercurio nella mezza età, la promozione dell’uso di apparecchi acustici, la riduzione dell’esposizione all’inquinamento atmosferico e al fumo passivo, la prevenzione delle lesioni cerebrali, la limitazione del consumo di alcol, lo scoraggiamento del fumo, un buon livello di istruzione, il contrasto all’obesità e al diabete, una buona qualità del sonno.

Il congresso SIGOT

Sono oltre sei milioni le persone in Italia interessate, più o meno direttamente, alle demenze. Stiamo parlando di un milione di persone, a cui si devono aggiungere circa quattro milioni di familiari e badanti coinvolti. Inoltre, si stima che circa 900mila persone abbiano un deficit cognitivo lieve (Mild Cognitive Impairment – MCI). Sebbene non esistano cure definitive, è possibile ritardare la comparsa dei sintomi nel 40% dei casi.

Le strategie vanno da un corretto stile di vita, base dell’invecchiamento in salute, alla stimolazione cognitiva e alla socializzazione, fino a una gestione geriatrica che abbia una visione complessiva della persona. Questo è uno dei temi al centro del 38° Congresso Nazionale della Società Italiana Geriatria Ospedale e Territorio.

Statistiche allarmanti

Più del 40% degli ultra 75enni vive da solo ed è a rischio di solitudine; essendo aumentata la vita media, la probabilità di incorrere nel decadimento cognitivo e nella demenza è molto alta rispetto al passato. I dati più recenti emergono dal Report dell’Istituto Superiore di Sanità pubblicato a inizio 2024, che stima anche il costo annuo della demenza in 23 miliardi di euro, il 63% dei quali a carico delle famiglie.

“La prevalenza dell’Alzheimer e delle demenze in generale è in aumento – sottolinea Andrea Fabbo, direttore della Geriatria nella AUSL di Modena e Vicepresidente SIGOT – perché si tratta di un tema legato all’invecchiamento, fenomeno che interessa da vicino il nostro Paese”. La demenza è una sindrome ad alto impatto, che aumenterà nei prossimi anni, creando ulteriori difficoltà e stress nelle famiglie, viste le complicanze legate ai disturbi del comportamento quali agitazione e problemi del sonno.

Un futuro pieno di sfide, ma c’è speranza

Il Fondo nazionale Alzheimer di 35 milioni di euro permetterà alle regioni di proseguire i progetti iniziati nell’organizzazione della rete dei centri per i disturbi cognitivi e le demenze. L’obiettivo a cui stiamo lavorando al tavolo tecnico coordinato dal Ministero della Salute è un nuovo Piano Nazionale.

Questo ambizioso obiettivo potrà essere raggiunto solo se inserito nell’agenda politica del Paese. La strada è lunga e piena di sfide, ma con una corretta gestione e un impegno collettivo, il cammino verso un miglioramento della qualità della vita per chi soffre di demenze appare più promettente.