Quando la fotografia incontra la psicologia: una giornata di scoperta

La fotografia, nell’era digitale, è diventata per molti un’estensione del proprio sguardo, un mezzo attraverso il quale catturare l’effimero, documentare la vita e esplorare l’anima del mondo che ci circonda. Ma cosa accade quando questo potente strumento di narrativa visiva incrocia il cammino della psicologia? Un evento a Villa Are promette di svelarlo.

Un palcoscenico per l’anima attraverso l’obiettivo

Nella giornata di domenica, Shoot me! Vedere ed essere visti si prepara a offrire non solo una ma molteplici risposte a questa domanda, trasformando la fotografia in un ponte tra l’individuo e la sua psiche. L’iniziativa, parte della rassegna Psicologi in piazza 2024, nasce dalla collaborazione tra Omnia Impresa Sociale e RedLab, con l’obiettivo di esplorare il connubio tra arte visiva e introspezione.

La fotografia: uno specchio dell’anima

“È come se la fotografia, nel suo silenzioso dialogo con chi la contempla, fosse in grado di rivelare strati nascosti dell’essere, di sfidare la percezione di noi stessi e di stimolare una riflessione più profonda”, spiega Michele Orlando, presidente di Omnia Impresa Sociale. In un’epoca caratterizzata da comunicazioni frammentarie e superficiali, la ricerca di connessioni autentiche diventa imperativa. E qui entra in gioco la fotografia, con la sua capacità unica di fermare il tempo, di immortalare un’emozione, di raccontare storie senza l’uso di parole.

Esplorazioni e scoperte attraverso l’obiettivo

L’evento promette di essere un viaggio intenso e ricco di scoperte. Dalle 12.30 in poi, i partecipanti avranno l’opportunità di immergersi in laboratori pratici di fotografia analogica, di esplorare le tecniche del pinhole e della camera oscura, risvegliando quella magia un po’ dimenticata della fotografia ai tempi della sua nascita. Sarà anche l’occasione per approfondire il dialogo tra l’atto di fotografare e il processo di introspezione, grazie al talk sull’uso terapeutico della fotografia.

Un’arte che unisce

La presenza di un progetto fotografico, È questione di centimetri di Gianluca De Santi, aggiunge un ulteriore strato di profondità all’evento, offrendo spunti di riflessione sul modo in cui percepiamo noi stessi e gli altri attraverso l’arte. È una dimostrazione tangibile di come la fotografia possa diventare uno strumento di esplorazione e di conoscenza, un veicolo per viaggi interiori e per la comprensione di realtà altre.

Con il suo programma variegato, che unisce pratica e teoria, esplorazione personale e condivisione, Shoot me! Vedere ed essere visti si annuncia come un evento imperdibile per tutti coloro che sono alla ricerca di nuove prospettive, sia attraverso l’obiettivo di una macchina fotografica che attraverso lo sguardo rivolto all’interno di sé.

Una giornata di connessioni

La promessa di questa iniziativa è dunque quella di offrire un’esperienza unica, in cui arte e scienza si fondono per aprire porte a nuove comprensioni. In un’atmosfera accogliente, dove la musica e l’arte della fotografia creano un contesto stimolante, domenica 5 maggio a Villa Are diventerà una data da segnare sul calendario per chiunque creda nella potenza trasformativa dell’arte e del dialogo interiore.

In questo incrocio di cammini, la fotografia e la psicologia non solo si incontrano ma danzano insieme, offrendoci una lente attraverso la quale esaminare la profondità della condizione umana. Essa diviene un invito, forse, a guardare oltre l’immagine, ad andare più a fondo nella scoperta di quello che realmente siamo. Una riflessione che, in un mondo sempre più frenetico, assume un valore inestimabile.